Ma perché devo pagare per fare self publishing? “self” non significa “fare da soli”?

Domanda ben fondata… Self Publishing significa sicuramente “fare da soli”, ma ciò non vieta di farsi aiutare da professionisti per:

  • creare un libro che ottenga il massimo delle vendite a parità di marketing,
  • delegare, ottimizzare e velocizzare l’intero processo di pubblicazione,
  • ottenere un prodotto editoriale professionale e attraente per i lettori,
  • pubblicare con una strategia collaudata e che massimizza i guadagni, la distribuzione e le vendite,
  • ricevere in via esclusiva consulenze e formazione avanzate.

Soprattutto nel mercato in lingua inglese ci sono autori che col self publishing vendono regolarmente decine di migliaia di copie.

Questi autori hanno a disposizione un team fisso di specialisti per ogni loro pubblicazione.

Ovviamente questo è un paragone “forte” che serve però a capire che pagare qualche centinaia di euro per avere un risultato di qualità, immediato e che probabilmente farà recuperare questo investimento in qualche settimana (a patto che si faccia un marketing efficace), è una scelta intelligentemente percorribile.

Il self publishing sta conquistando sempre più ampie fette di mercato anche perché ci sono sempre più specialisti che supportano l’autore nella creazione di un prodotto migliore.

Nell’editoria tradizionale sembra invece che accada il processo inverso. Gli editori, mediamente, stanno sempre più snellendo il proprio staff e riducendo le risorse da dedicare al marketing del libro, confinando il loro operato esclusivamente alla pubblicazione del libro.

Ma se l’editore non ti promuove, non vale la pena a quel punto “fare da soli”, tenendosi i diritti dell’opera, avendo guadagni per ogni copia venduta 10 volte superiori?